Vediamo in questa terza puntata (l'ultima!) come se la passa il "figlio ed erede di niente di particolare" all'inizio del nuovo millennio.
"La Colorado Music Hall. Che nome affascinante! Che posto squallido! Uno spoglio capannone di cemento sull'autostrada che ha tutta l'aria di essere nato come stalla per il bestiame... Nel retropalco, il camerino di Morrissey è poco più di un gabinetto, con un paio di buste di plastica sul pavimento che contengono del pane tagliato a fette.
Nel periodo degli anni Ottanta, con gli Smiths, il suo contratto prevedeva che nel camerino dovessero essere presenti cibo vegetariano, vino, succo di frutta e "un albero vivo con un'altezza minima di novanta centimetri e massima di un metro e mezzo". Ma stasera nel camerino non c'è nessun albero.
Morrissey vaga sul palco, corpulento, con un lungo cardigan marrone. Poi inizia a cantare, e all'improvviso capisco tutto il senso di Morrissey. Quando intona il suo inno vegetariano, "Meat is Murder", hai quasi paura che tutti quei cowboy cresciuti a bistecche in mezzo al pubblico possano balzare sul palco e ucciderlo. La grandiosità, il coraggio allo stato puro della sua performance, trascende lo squallore che lo circonda. Sono seriamente tentata di correre sul palco e baciargli i piedi." (Da "L'uomo con la spina nel fianco" di Lynn Barber, The Observer, 15 settembre 2002)
Eh, succede, cara, succede! Anch'io una decina di anni dopo... Ma procediamo con ordine.
Proprio durante questo tour non esattamente esaltante, quando probabilmente rischiava di finire, se non proprio nel dimenticatoio, nel giro delle vecchie glorie degli anni Ottanta, il "Pope of Mope" firma un contratto, il primo dopo sette lunghi anni di inattività discografica.
Purtroppo, bisogna ammetterlo, la parola che ricorre di più quando si parla di Morrissey negli ambienti discografici è "ingestibile"; personalmente, tuttavia, credo sia preferibile un artista ingestibile ai tanti pupazzi creati e gestiti, questi sì agevolmente, dalle case discografiche.
Nello stesso periodo l'emittente inglese BBC produce un documentario sul nostro, dal titolo "The Importance of Being Morrissey", parafrasando il titolo di una celebre pièce teatrale dell'idolo di Morrissey, Oscar Wilde. Purtroppo per noi diversamente parlanti inglese, non esiste ancora una versione sottotitolata in italiano, si tratta di una serie di interviste ad amici, parenti e estimatori del cantante (Noel Gallager, J.K. Rowlings, Nancy Sinatra, Bono Vox...), nonché a Morrissey stesso, che parla di sé e della sua carriera nella sua villa di Los Angeles (quella appartenuta a Clarke Gable). Ripeto, non sono molto ferrata nella lingua del Bardo ma mi sembra che il Nostro abbia un modo di parlare molto chiaro e lento, senza accenti particolari. Confermate?
Due anni dopo esce "You Are the Quarry", (2004) "Tu sei la preda", dopo un silenzio discografico di sette anni: questo è forse il mio album preferito della carriera solista di Morrissey. Sicuramente è il più equilibrato, cioè non ci sono quelle due o tre canzoni messe lì per fare numero (succede nelle migliori famiglie) e mi piace nel suo insieme. Nella copertina si vede il cantante vestito come un gangster, che brandisce una mitragliatrice. La copertina negli Stati Uniti fu censurata e tagliata per non far vedere l'arma.
Il primo singolo, "Irish Blood, English Heart", balzò subito alla posizione più alta, n. 3, nelle classifiche inglesi mai raggiunta da Morrissey, anche con gli Smiths. Questo brano sviscera le profonde contraddizioni insite nel personaggio, proprio per le sue origini.
"Sangue irlandese, cuore inglese, ecco di cosa sono fatto, e non c'è nessuno al mondo che mi faccia paura, nessun regime può comprarmi o vendermi ed io morirò con entrambe le mani libere. Sogno un'epoca in cui essere inglesi non significhi essere distruttivi e si possa stare in piedi vicino alla bandiera, senza vergognarsi, sentirsi razzisti o di parte. Sogno un'epoca in cui gli inglesi siano stanchi a morte del partito Laburista e dei Conservatori, sputino sul nome di Oliver Cromwell e denuncino questa discendenza dei Reali, che ancora lo onorano e lo onoreranno PER SEMPRE."
(Morrissey nei testi allegati agli album mette spesso dei maiuscoli, per enfatizzare, quasi urlare, determinate parole).
L'allusione alle polemiche sollevate in passato dalla stampa sul suo atteggiamento nei confronti della bandiera e al nazionalismo è chiara e questa è forse la canzone più politica di Morrissey.
Quella invece più religiosa, sia pure in senso lato, è "I Have Forgiven Jesus". Le allusioni ad un'età dell'oro su cui si abbatte una traumatica perdita dell'innocenza sono addirittura strazianti: "Ero un bravo ragazzino, non avrei fatto male ad una mosca, ero un ragazzino simpatico, con un bel giro di consegne giornali... Ma Gesù mi ha ferito quando mi ha abbandonato. Però io ti ho perdonato, Gesù, per tutto il desiderio che hai riposto in me quando non c’è nulla che io possa fare con questo desiderio... E perché mi hai dato così tanto amore in un mondo senz’amore, quando non c’è nessuno a cui possa rivolgermi per rivelare tutto questo amore? Gesù, dillo, mi odi?" . 😢
Morrissey vestito da prete che alla fine del video si segna è piuttosto inquietante...
Cosa possono avere in comune un signore inglese cultore di Oscar Wilde, vegetariano e solitario, con un gangster della comunità ispanica di Los Angeles? "First of the Gang to Die" è la risposta. Nessuna persona sana di mente accosterebbe questi due mondi, ma il grande successo che Morrissey scopre di avere presso i "latinos", quando si stabilisce nella città degli angeli (ribattezzata Moz Angeles dai suoi fans), lo spinge a dedicare loro questa canzone dall'irresistibile refrain.
Secondo alcuni il segreto dell'alchimia è l'emotività e il senso del melodramma insito in tutti i suoi pezzi, altri lo individuano nella tecnica da crooner del cantante. Fatto sta che la love story continua e i tour del Moz toccano quasi sempre l'America Latina.
In questa versione dal vivo un accenno di "My Way".
A proposito del vecchio Frank, proprio per la di lui figlia Nancy, icona di culto per il giovane Steven negli anni Sessanta, scrive "Let Me Kiss You", ossia, come elemosinare amore ma con classe. "Chiudi gli occhi e pensa a qualcuno che ti piace fisicamente. Fatti baciare... Ma poi, tu apri gli occhi e vedi qualcuno che non ti piace fisicamente, però il mio cuore è aperto, è aperto a te."
Come sempre il testo oscilla fra il patetico, sfiora pericolosamente il comico (specie se si pensa che lo canta una bionda signora), e poi vira bruscamente sulle corde della commozione.
Morrissey poi la canterà da par suo inserendola nell'album.
Per il disco successivo succede una cosa stranissima. Morrissey è in un aereo di ritorno a Los Angeles da chissà dove, ma a causa del maltempo è costretto ad un atterraggio a Roma e... s'innamora. Ovviamente della città. Nasce cosí "Ringleader of the Tormentors" (2006), ma facciamo parlare lui.
"Il disco è stato prodotto a Roma e ho anche deciso di trasferirmi lì. Qual è la ragione? Certamente per gli aspetti medievali della città, il vino, l'architettura, lo stile della gente e la loro bellezza: a prescindere se si è uomo o donna o qualsiasi altra cosa, tutti sembrano essere belli, anche le persone senza tetto sono in realtà molto belle e indossano abiti molto eleganti, il che è affascinante per me. In confronto con Los Angeles, dove ho vissuto per molti anni, e dove lo stile non era all'ordine del giorno, mai, Roma mi ha travolto come una bellissima onda di mare, e sono stato inghiottito da essa, e mi aspetto che succeda a molte persone. Non avevo alcun interesse, ma questo era ai tempi in cui non avevo davvero interesse in nulla e, indipendentemente da dove mi trovavo, Parigi, Colonia, era irrilevante per me. Pensavo che non ci fosse nessun paese come l'Inghilterra e che gli inglesi fossero superiori a tutti gli altri e tutta l'altra cultura fosse ridicola. Ma per fortuna quella sensazione appartiene al mio passato e certamente non mi sento così in questi giorni."
"Non ho scelto io Roma, Roma ha scelto me. Lo scorso gennaio ho visitato la città e ne sono stato completamente rapito, la gente, lo stile, il sole, l'architettura, i vestiti e la gioia che le persone provano nella semplice esistenza. Non rimangono a casa, escono e la vita scorre ovunque. Sono stato così travolto che ho deciso di restare."
"Guido ovunque nel mondo ma non a Roma. Qui è il caos. Mi sorprende non trovare pile di corpi martoriati ad ogni incrocio". 😂
In effetti tutto il disco è pervaso da uno strano spirito, che in alcune canzoni sfocia in qualcosa che potremmo definire ... gioia?! come in "At last I am born" o in "Dear God Please Help Me", la canzone del cosiddetto coming out di Morrissey, perché per la prima volta fa inequivocabilmente riferimento ad una persona di sesso maschile ("his hand on my knee"). Il pezzo è stato arrangiato nella parte degli archi (purtroppo in parte tagliata nell'album) dal nostro Ennio Morricone.
Il backstage della registrazione con Morricone direttore d'orchestra.
Con "You Have Killed Me" torna invece a piangere la fine di un amore "Anche se vivo e respiro, mi hai ucciso. Sì, cammino in giro in qualche modo, ma mi hai ucciso, mi hai ucciso!"
Nella canzone sono presenti numerosi riferimenti alla cultura italiana e romana, infatti nomina Pasolini, Visconti, Magnani, piazza Cavour, ma con una pronuncia talmente bestiale che mi ci sono voluti diversi ascolti e l'aiuto del testo scritto per capire che si trattava della mia lingua madre!
In Italia Morrissey riscopre anche le sue antiche passioni di bambino, infatti il primo 45 giri che si comprò a sei anni fu "Cuore" di Rita Pavone, e diventò fan di Gigliola Cinquetti in occasione della sua partecipazione all'Eurofestival. Proprio sulla falsariga dell'ambiente televisivo degli anni Sessanta, viene realizzato il video di "You Have Killed Me", con tanto di presentazione in italiano.
Morrissey rimane diversi mesi nella Città Eterna, tanto che pensa anche di mettere su casa ma... qualcosa si rompe e, com'è arrivato a Roma il papa (della depressione) se ne va, anche se l'Italia continuerà a rimanere nel suo cuore e spesso ritornerà per concerti.
Questi treni italiani, sempre in ritardo! |
"Life Is a Pigsty" è una delle canzoni più ambiziose dell'album, ispirata a "Porcile" di Pasolini, segna il ritorno al pessimismo (e te pareva!) del Nostro: di non facile ascolto, comincia con un temporale e finisce con rumori di cose rotte, quasi una crisi di nervi. Ci mette un po' di tempo a entrare nell'orecchio, è una delle canzoni più strane ma rappresentative del Moz. Comunque, se la vita è un porcile, potremmo ricordare a Morrissey le parole del compianto De André: "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior."
Qui una versione dal vivo in medley con "How Soon Is Now", con tanto di pisolino centrale.
Ed eccoci alla rivelazione del mistero del chissenefrega, ovvero del mio nickname, un misto fra il nome del mio musicista preferito, in maiuscolo (MOZ ART) e il titolo di una delle mie canzoni preferite di Morrissey, "To Me You Are a Work of Art".
"Vedo il mondo e mi fa vomitare. Ma poi guardo te e so che da qualche parte c'è qualcuno che mi può consolare. Per me tu sei un'opera d'arte e ti darei il mio cuore, se solo ne avessi uno." 💙Questo testo è un capolavoro di equilibrio fra cinismo, romanticismo e ironia.
Dopo tre anni e varie vicissitudini (muore un altro suo produttore...) esce "Years of Refusal", che il cantante mancuniano annuncia così: "Non ho mai fatto parte di nessuna gang, ho semplicemente rifiutato più volte nella mia vita, ero sempre in guerra con il mondo. Ora sono molto più tollerante verso me stesso e verso gli altri rispetto a prima e la cosa era importante per me."
La copertina dell'album, decisamente photoshoppata, lo ritrae con un bambino in braccio, Sebastian, nato dall'amore fra il suo tour manager e una ragazza conosciuta ad un suo concerto.
Un ulteriore potenziale inno dell'associazione depressi mondiali, con implicazioni farmaceutiche, è "Something Is Squeezing My Skull", il cui testo è praticamente una lista di ansiolitici e terapie elettroconvulsive varie.
"Sto splendidamente... Qualcosa mi sta spremendo il cranio, qualcosa a cui non mi posso opporre, non c'è speranza nella vita moderna, Diazepam, cioè Valium, Tarmazepam, Litio, HRT, ECT... per quanto tempo dovrò prendere questa roba? VI PREGO, NON me ne date più, non me ne date più, avete giurato che non me ne avreste date più!" 😔
"I'm Throwing My Arms Around Paris" è il singolo di punta dell'album ed è praticamente il sequel di "You Have Killed Me": "In mancanza del tuo amore e della tua faccia sorridente, in mancanza del contatto umano, viaggio per tutto il mondo e ho deciso che getterò le braccia al collo di Parigi, solo le pietre e l'acciaio accettano il mio amore. Nessuno vuole il mio amore, nessuno ha bisogno del mio amore, sei stato/a chiaro/a, sei stato/a molto chiaro/a."
Il mio cuore melomane non può fare a meno di ricordare il canto di dolore di Violetta nella Traviata: "Povera donna, sola, abbandonata, in questo popoloso deserto che appellano Parigi!"
Il mio cuore melomane non può fare a meno di ricordare il canto di dolore di Violetta nella Traviata: "Povera donna, sola, abbandonata, in questo popoloso deserto che appellano Parigi!"
Nel video dei tenerissimi carlini.
E veniamo a me, folgorata sulla via di Firenze. Era l'estate del 2012 ed ero superimpegnata con la preparazione di un concorso con preselezione a crocette, che dopo un anno di lavoro è proprio quello che ci vuole. Mio marito dovette insistere per portarmi a vedere un concerto di Morrissey, ah, sì, quello degli Smiths che ce l'ha con la Regina. L'ambientazione era straordinaria: la Cavea del Nuovo Teatro dell'Opera, una specie di anfiteatro all'aperto collocato sul tetto del teatro, da cui si vede tutta Firenze.
Arriva lui, "devastato dalla noia" (cit. Mingone), apre bocca e canta. Comincio a provare dell'ammirazione. Purtroppo conoscevo solo due o tre delle canzoni che ha cantato e, sacrilega, mi sono goduta poco il concerto, ma vi giuro che alla fine ho sentito anch'io l'impulso di andare lì e di baciargli i piedi come la giornalista dell'Observer. Diciamo che in quell'occasione ho capito appieno il significato della parola "carisma".
"Action Is My Middle Name", un brano inedito.
Comincia così la mia ossessione morrisseiana ma pare che la cosa sia normale, visto che questo personaggio non può lasciare indifferenti. Purtroppo ho dovuto aspettare un paio di anni per veder uscire un nuovo album, visto che nessuna casa discografica sembrava interessata a lui e alla sua musica. Ma ormai il nostro eroe sembra averci fatto il callo: "Non mi aspetto di vivere abbastanza a lungo per trovare un'offerta da un'etichetta. Questo argomento non suonerebbe poi così banale se non l'avessi già citato 47 volte. Prometto di non parlarne più."
Ciononostante riesce a registrare "Morrissey 25 live", un film-concerto-documentario registrato in occasione di un concerto all'Hollywood High School del 2013, che andò tutto esaurito on line in 12 secondi, e nato per festeggiare i 25 anni di carriera solista del cantante. Bellissime le riprese, fra le celebrità presenti Russel Brand, ex marito di Katy Perry e grande amico di Morrissey, e Patrick Dempsey (Grey's Anatomy).
"Still ill"
Nel 2013, fra un ricovero ospedaliero e l'altro, pubblica "Autobiography", ottenendo dalla casa editrice inglese Penguin di essere pubblicato nella sezione Classici, fra Molière e Omero. Purtroppo per me, non è stata tradotta in italiano ma, in estrema sintesi, parla con il suo stile un po' ampolloso della propria giovinezza, il periodo con gli Smiths, un'intera interminabile sezione dedicata alla battaglia legale che lo ha opposto all'altra metà della band e la sua carriera solista, con una parte dedicata al suo soggiorno romano. Il libro ha avuto grandissimo successo ed è rimasto diverse settimane al primo posto delle classifiche di vendita.
Nell'estate del 2014 esce finalmente "World Peace Is None of Your Business", "La pace del mondo non è affar tuo", dopo cinque anni dall'ultimo album e le ormai consuete traversie con le case discografiche, dovute in parte al caratteraccio del soggetto, in parte alle difficoltà che incontra oggi chi non abbia vent'anni e non sia uscito da poco da un talent show. Il disco viene registrato in Francia e la foto di copertina ritrae Morrissey in un'istantanea mentre gioca nel giardino della sala di registrazione con il cane Paula.
Dopo tre settimane dalla sua uscita il disco è stato ritirato dalla casa discografica per dissapori col cantante, che lamentava la scarsa promozione (nessun video musicale è stato realizzato dal disco) da parte loro. Gli unici video promozionali sono quelli in cui Morrissey recita i propri testi solo o in compagnia di celebrità, ovviamente vegetariane, con cui è in amicizia.
Dopo tre settimane dalla sua uscita il disco è stato ritirato dalla casa discografica per dissapori col cantante, che lamentava la scarsa promozione (nessun video musicale è stato realizzato dal disco) da parte loro. Gli unici video promozionali sono quelli in cui Morrissey recita i propri testi solo o in compagnia di celebrità, ovviamente vegetariane, con cui è in amicizia.
"Earth Is The Loneliest Planet Of All" spoken video.
Pamelona!
Uno dei brani più belli e originali dell'album è quello dedicato forse a una delle più complesse e affascinanti città del mondo, "Istanbul", che comincia con il canto del muezzin, registrato durante il tour dal chitarrista della band, e parla di una paternità negata e finita nel peggiore dei modi.
La canzone che amo di più di questo album è "Staircase At The University", una dura condanna delle pressioni familiari che spingono al suicidio una giovane studentessa.
"Marzo, aprile, maggio, lei ha sgobbato notte e giorno, non l'ho mai vista sorridere nel frattempo.
-Se non avrai il massimo dei voti,- dice il suo dolce babbino, -non sei più mia figlia e, per quanto mi concerne, sei morta! -Se non avrai il massimo dei voti - dice il suo adorabile fidanzato - getterai la vergogna e infangherai il nome della famiglia.- Tromba delle scale all'Università, lei si è buttata di sotto e la sua testa è schizzata in tre direzioni diverse." 😰
La canzone, dal refrain allegro e trascinante quasi come quelli di Marr, si chiude con un bizzarro rap e un bellissimo assolo di chitarra classica.
Come ho già detto, adoro questa canzone e, quando un anno fa sono tornata ad un concerto del mio idolo, ero p r e p a r a t i s s i m a ! Quindi avevo guardato sul sito la playlist del tour cominciato da qualche data, e fra le canzoni del nuovo album incluse nel nuovo tour questa NON C'ERA... Ciò mi ha reso piuttosto nervosa per tutto il viaggio verso Firenze e, con il misto di amore-odio che provo per Morrissey, ho incessantemente rotto l'anima al resto della famiglia, prevedendo che non avrebbe cantato la mia canzone preferita, che in fondo era un rompiscatole e che magari lo faceva per fare un dispetto a me... Be', vi linko il video senza dire altro.
"Staircase" dal vivo in prima mondiale apposta per me.
Io c'ero e stavo saltando come una cavalletta!
Devo dire che questa volta Morrissey era più moz-tivato 😆 e partecipe, oltre ad essere in grande forma (malgrado poche settimane prima avesse dichiarato di stare curando una forma tumorale).
In occasione della sua tournée italiana, ne approfitta per esibirsi in TV la stessa sera e nella stessa rete della più famosa performance di Bono e The Edge da Fazio.
Morrissey in pigiama canta "The Bullfighter Dies" a "Gazebo" su Raitre.
Il Nostro si è sempre professato femminista, molti dei suoi testi giovanili erano infatti ispirati dalle opere di una poetessa inglese, Shelag Delaney, e il titolo stesso di una canzone degli Smiths, "Shakespeare's sister", parla chiaro (in "Una stanza tutta per sé", pilastro del femminismo, Virginia Wolf sostiene che la sorella di Shakespeare, anche se avesse avuto lo stesso talento del fratello, non avrebbe avuto modo di emergere in una società maschilista come quella dell'epoca). Tuttavia non manca di sputare veleno contro un certo tipo di donna, parassitaria, passiva e ignorante.
"Kick the Bride Down the Aisle" comincia con un bel suono d'organo che ci introduce nell'atmosfera nuziale del brano: "Prendi a calci la sposa lungo la navata e non fare errori, è la cosa migliore che tu possa fare per il bene di tutti... Lei vuole solo uno schiavo che si spacchi la schiena per mantenerla, così da poter oziare e pascolare per il resto dei suoi giorni. Guarda quella mucca nel campo, sa più cose di quante ne sappia la tua sposa adesso." La canzone finisce con il suono delle campane a distesa. Allegria!
Purtroppo secondo me Morrissey non ha il dono di individuare le canzoni migliori, o almeno quelle che faranno maggior presa sul pubblico. I singoli usciti infatti a me non sembrano granché, mentre ha relegato nei brani dell'edizione Deluxe "Scandinavia", che è a mio avviso bellissima e molto ben arrangiata (sullo sfondo si sentono gli archi ripresi dalle "Quattro stagioni" di Vivaldi. Goduria!).
"Me ne stavo annoiato in un fiordo e stavo maledicendo il cuore e l'anima della Scandinavia. Che la gente bruci, che i bambini crepino piangendo in ospizi per ciechi! Ma poi sei arrivato/a tu, mi hai teso la mano e mi sono innamorato di te e della Scandinavia. Io bacio il suolo, io abbraccio il suolo, io mangio il suolo! E lodo il dio che ti ha creato."
Nel 2015 è uscito il suo primo romanzo, che pare non sia un capolavoro, ma facciamo parlare chi è più bravo di me: "Mettiamo da parte l'esordio di Morrissey nella fiction letteraria, accolto con stroncature unanimi: per i più clementi il suo romanzo breve List of the Lost, uscito per la Penguin Books, conterrebbe le descrizioni di scene di sesso più ridicole mai lette (tanto da vincere in questi giorni il premio dedicato a questo... primato n.d.r.). Mettiamo da parte la scelta vegetariana, che impone in tutti i luoghi in cui va a suonare. E mettiamo da parte anche le battaglie personali che ingaggia ora contro questo (la famiglia reale, la caccia alla volpe, i politici britannici) ora contro quello (la discografia, gli ex amici della sua band storica, gli Smiths, il Canada, dove non va a suonare da anni per boicottare la caccia alle foche).
Mettiamo da parte tutto questo e cosa rimane? Le canzoni. Morrissey è innamorato della musica, è innamorato delle canzoni, delle sue canzoni soprattutto. Almeno quanto i suoi devoti, fedelissimi e sempre numerosi fan. Sono canzoni che non senti nelle radio, in tv, non trovi nelle classifiche, nei pochi negozi di dischi non sono esposte tra i bestseller, e in quelli digitali alcune neanche ci sono, a causa delle diatribe con le case discografiche. I fan di Morrissey devono impegnarsi, darsi da fare, pazientare e studiare. E così quel culto con il tempo si è alimentato, fino a garantirgli un seguito in mezzo mondo. Ma a dare il senso dello status di icona basti pensare ai nomi degli artisti che negli anni hanno aperto occasionalmente i suoi concerti: l'amica Patti Smith più volte, ma anche Lou Reed e Iggy Pop, Blondie, Tom Jones. E tutto questo sempre con quel mucchietto di canzoni che al di fuori del suo pubblico pochi conoscono." (Gianni Santoro, La Repubblica)
"Morrissey è una rockstar la cui esistenza (la sua voce, la sua biografia) resta in eterno certificata dalle sue canzoni, nient’altro. Troppo impegnato a esistere, per mettersi davvero a raccontare un’altra storia che non sia la sua. E grandioso a distruggerla, nel caso."
(Alberto Piccinini, Rolling Stone).
Nel novembre del 2017 è uscito “Low in High School”.
La copertina ritrae davanti ai cancelli di Buckingham Palace il figlio del bassista della sua band che, con aria imbronciata, tiene in mano un’accetta e un cartello con scritto “Abbatti la monarchia”. Giusto per ribadire le proprie convinzioni anti-royal.
Musicalmente l’album è piuttosto variegato, quasi disomogeneo, e risente di diverse influenze: da quella ispanico/sudamericana (alcune canzoni sono di due componenti latini della sua band, Manzur e Tobias, oltre che del chitarrista storico, il britannico Boz Boorer) o walzer con tocchi di flamenco (“The Girl from Tel-Aviv”).
Il primo singolo estratto è sicuramente la canzone più accattivante, “Spent the day in bed”, una simpatica melodia con tastiere un po’ retro che invita a passare la giornata a letto a dispetto dei bus, dei boss, della pioggia e dei treni. Grazie ancora, Morrissey, per il tuo costante supporto morale. ☹️ Nel video l’ex calciatore Joey Barton spinge la carrozzella del cantante.
“Jacky’s only happy when she’s up on the stage”pare invece che sia un pezzo sulla Brexit (si possono sentire, specie nel finale, voci e infantili inneggiare all’”exit”). Jacky sarebbe la personificazione dell’Union Jack, la bandiera inglese, anche se con quel suo essere felice solo sul palco, ricorda molto il Nostro: “Quando canto sul palco [...] è quasi come se diventassi davvero me stesso. Forse sul palco mi trasformo nel vero Morrissey, nel vero me stesso, la persona autentica... e quando scendo in realtà trovo piuttosto utile recitare.”
“I Wish You Lonely”è un brano dal ritmo martellante che augura al prossimo suo la dose mortale di solitudine che affligge da sempre il cantante (sulla scia di “Unhappy Birthday”).
Dal vivo da Jools Holland
Il disco è stato registrato negli stessi studi francesi del precedente e al romano Forum Studios di Ennio Morricone, che già aveva collaborato con Morrissey per “Ringleader of The Tormentors”. In occasione di questo suo ultimo soggiorno romano, il cantante fece parlare di sé perché pretendeva, in tempi e in una città in costante allerta terrorismo, di andare contromano in una via del centro chiusa al traffico. Invece di ringraziare il poliziotto che ebbe la bontà di non aprire il fuoco sulla macchina (ma che, ahimè, non lo riconobbe), denunciò come abuso la cosa e pubblicò (anzi, fatto pubblicare, visto che è l’antisocial per antonomasia) la foto del malcapitato tutore dell’ordine. L’episodio ha anche dato vita a una canzone non indispensabile, “Who Will Protect Us From The Police?”che comincia appunto con il suono di una sirena della polizia italiana.
Il povero malcapitato.
Al compimento dei suoi 60 anni (Sixty, clumsy and shy), è uscito il suo primo album di cover, "California son". Ovviamente tutte canzoni vecchie ma sconosciute ai più.
Tutte le foto sono prese dal web.
Per chi volesse approfondire la conoscenza dei testi di Morrissey, vi consiglio questo sito: www.morrisseyitalia.com
Il suo sito ufficiale: http://true-to-you.net
P.S. Mi scuso per eventuali e probabili errori nella traduzione dei testi: purtroppo per le canzoni della carriera solista di Morrissey esistono pochi siti con traduzioni decenti in italiano e ho dovuto arrangiarmi da sola e con parecchia fantasia Ho da dire in mia discolpa che a scuola ho studiato francese... Se qualcuno nota errori e ha correzioni da proporre, mi fa un grosso piacere.
P.P.S. Per questa serie di post sono (ancora) fortemente debitrice agli autori di questi due libri...
Lasciando un commento, mi aiuterete a migliorare la qualità dei post! 😊
E con il nostro nelle vesti di solista si chiude il cerchio...certo ....gran allegrone eh!
RispondiEliminaLa foto con torta e cotillon non ha prezzo!
Brava Moz! Ormai rischio di essere noiosa e ripetitiva.....ma ...tanto di cappello!
Grazie Angela, fai onore al tuo nickname! 😇
EliminaL'allegria è il suo marchio di fabbrica, anche se pare che in privato non sia così tetro e cerchi compagnie divertenti. Per quello che a Roma è stato così bene! Ma che ce fregaaa, ma che c'emportaaaa... 😘
Direi che la penultima immagine è proprio l'emblema della felicità😅
RispondiEliminaNonostante l'età direi che mantiene sempre il suo fascino e concordo pienamente che meglio un personaggio eccentrico ed ingestibile (che poi parliamone, chi ha deciso che queste caratteristiche siano da stigmatizzare?!) piuttosto che dei cantanti costruiti ad arte e che cantano canzoni con testi e musiche scritti e composte da altri.
Non mi reputo esperta di accenti stranieri ma adoro il suo accento: nonostante trasudi britannicità da chilometri, è chiaro, pulito...pensa che in questo corso un mio collega parla in maniera simile, una delizia per le orecchie dopo che devi sforzarti di capire cosa dicono un paio di americani che si mangiano ogni parola.
Eh, quando si dice genio e sregolatezza... Io infatti preferisco leggere i suoi testi che le sue interviste.
EliminaEffettivamente Morrissey quando parla è molto "flautato", come spesso sono gli inglesi, mentre gli americani sembra che abbiano un tubetto di colla in bocca! 😂Un bacio! 😘
Post davvero molto ricco!riconfermo la mia più assoluta ignoranza rispetto all'argomento .. molte sue frasi mi hanno davvero colpito!brava Moz!
RispondiEliminaGrazie Becky! 😘💙😘
EliminaCome il suo idolo Oscar Wilde, Morrissey a volte ci regala delle perle!
Carissima Laura,
RispondiEliminaquanto più ci parli di Morrissey più ne sono affascinata.... In particolare con questo aggiornamento del post sono rimasta colpita da alcuni aspetti che mi hanno illuminata sul personaggio. Non sono solita formulare diagnosi se non sono stata espressamente invitata a farlo, tantomeno con i personaggi famosi. Però Morrissey dice talmente tanto di sè nelle sue canzoni e nel raccontarsi, che un'ipotesi mi si è presentata da sola nella testa. Gli fa senz'altro onore il non voler nascondere il costante senso di infelicità e insoddisfazione, di solito le persone famose tentano di dissimulare in pubblico... ma a lui non importa, anzi fa della sua particolarità un valore aggiunto. Sembra non curarsi delle critiche, in realtà le ama (perchè confermano il suo essere unico e irripetibile) e le odia perchè sono il segno che non tutti lo venerano. Non fa segreto nemmeno della sua presunzione, tale da affermare di "Perdonare Gesù": titolo senz'altro provocatorio, ma che comunque ci dice qualcosa di lui. Ho molti buoni motivi per pensare che il caro Morrissey potrebbe avere un disturbo narcisistico di personalità...
Ulteriore indizio è l'episodio del poliziotto (poraccio... Fatto il suo dovere e se n'è pure sentite dire)... la pretesa di avere diritto ad un trattamento speciale (anche quando infrangi la legge e metti in pericolo altre persone), pretesa spinta così tanto da voler "svergognare" il poliziotto... che, a dirla tutta, non ha per nulla la faccia di colui che fa abuso di potere... Anzi, con un panino e una birra in mano direi che è il ritratto del pacifismo...
Comunque sia, le persone con questo disturbo non se la passano tanto bene (e Morrissey è noto per non sprizzare certo gioia da tutti i pori)... passano da stronzi egoisti, ma in realtà soffrono molto anche loro... Ma soprattutto fanno passare le pene dell'inferno a chi sta attorno, da cui vedi solitudine...
Per chi fosse interessato a capire di più di cosa parlo, ecco un articolo molto chiaro (da fonte autorevole):
http://www.terzocentro.it/disturbi-personalita/disturbo-narcisistico-di-personalita/
Cara psicologa, effettivamente il profilo si attaglia perfettamente al personaggio, il che vuol dire che la sua misantropia, antipatia e indisponenza estrema sono da imputare a ragioni fuori dalla sua volontà... Grazie per la consulenza gratuita ed esauriente! 😘💙😘
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