Bene
dirlo prima: chi scrive è la figlia dell’autrice, quindi c’è un conflitto
d’interessi grosso come una casa, ma credo si sia visto di peggio nella
storia...
L’enigma di una breve primavera è la storia di una giovane che, dopo una vita intensa
e piena come poche per una donna del passato, si ritrova costretta a letto da
una grave malattia. Il mondo che fino ad allora la reclamava è solo un lontano
ricordo, tuttavia la protagonista, nel ripercorrere la propria infanzia e le
passioni della giovinezza in un lungo soliloquio,
recupera valori e affetti che sembravano bruciati al fuoco delle passioni e
della ragion di Stato.
Simonetta
non è una donna qualunque e nemmeno una qualunque donna ricca o nobile ma una
persona realmente esistita, entrata nella Storia in diversi stupefacenti modi:
la sua bellezza non comune fu ritratta da pittori, immortalata nei versi da
poeti, forse strumentalizzata da uomini di potere per addomesticare la Storia a
proprio favore.
Per
“la sans par”, la senza pari, come la definì un personaggio famoso, o
semplicemente la Simonetta, come veniva chiamata in città, vennero organizzate
giostre e feste con grande sfarzo e la notizia della sua morte fu accolta con
profondo cordoglio da parte del popolo, perché la sua bellezza sembrava
suscitare ammirazione negli uomini ma non destava invidia, cosa più unica che
rara, nelle donne.
Non
sappiamo molto altro di questo personaggio, non abbiamo nemmeno una lapide che
indichi la sua tomba.
Allora
perché ancora a distanza di secoli la sua figura suscita interesse ed esercita
uno strano fascino su chi se ne accosti? Solo per dei tratti eterei che ben si
attagliavano alle teorie filosofiche del tempo?
Piera Biondi
L’autrice
fornisce la propria spiegazione offrendo il ritratto di una donna che attraeva
gli uomini con la straordinaria bellezza ma li seduceva grazie ad
un’interiorità profonda e un’intelligenza acuta. Grandi uomini politici e di
cultura furono in effetti affascinati e attirati nella sua rete di “bellezza e
gentilezza umana”.
Inoltre
nel romanzo l’adulterio e la necessità di piegarsi alla ragion di Stato non
riescono a intorbidire la naturale innocenza di questa giovane donna, che trova
nella malattia la forza di recuperare la genuinità degli affetti basilari.
Oltre
alla figura di Simonetta, che indubbiamente giganteggia nelle pagine del
romanzo, trovano spazio altre figure femminili umane e interessanti; come
Caterina, la suocera, per tradizione nemica della nuora, ma in questo caso
omonima e sostituta di una madre che rifiuta la figlia quando la sua cattiva
condotta è di dominio pubblico, e malgrado la grave malattia che minaccia di
portarla via da un momento all’altro.
Un
altro piccolo cammeo è Bianca, la giovane apprendista sarta e originale
creatrice di abiti, non certo bella, povera, magra, capelli e occhi nerissimi,
penetranti come spade, forte come una roccia, taciturna ed elegante nei gesti,
quasi una Coco Chanel ante litteram.
E... il
giallo? Consiste nel fatto che solo alla fine si conoscerà l’identità della
protagonista, dei suoi interlocutori e della sua epoca.
Gli
uomini perlopiù non fanno una gran bella figura in questo romanzo, nemmeno
quelli celebrati nelle pagine dei libri di storia, non certo per una forzatura
di stampo femminista, quanto per la natura stessa delle vicende: la trama si
dipana liberamente da una struttura di fatti e avvenimenti storici precisi, che
vengono ripercorsi alla fine del volume con una postfazione della medesima
autrice che risponde alle numerose domande che possono sorgere dopo che siamo
stati condotti per mano verso la risoluzione di questo ”giallo” nelle ultime
pagine del romanzo. Le immagini riprodotte in appendice, poi, chiariscono ogni
dubbio del lettore sul fascino di questa donna, morta a ventitré anni e da
allora mai più dimenticata.
Il
volume, pubblicato dalla casa editrice Clichy nella collana Firenze Leonardo,
dopo essere stato libro del mese presso Coop Firenze e una prima presentazione
in giugno al momento della sua uscita, presso la biblioteca di Bibbiena, è
stato riproposto il 12 dicembre 2017 in un luogo sicuramente frequentato dalla
protagonista, il “palazzo di Via Larga”, ovvero Palazzo Medici Riccardi a
Firenze, la cui facciata di Michelozzo è per così dire il manifesto del
neoplatonismo in versione architettonica.
Un momento della presentazione del 12 dicembre 2017.
Sono
intervenute Sandra Landi, scrittrice e
responsabile scientifica dell'Associazione “Firenze al femminile”, impegnata
nelle attività culturali e sociali che promuovono
le eccellenze femminili, e Anna Scattigno, ricercatrice presso il Dipartimento
di Studi storici e geografici dell’Università di Firenze.
Potete
trovare il libro su richiesta in tutte le librerie e on line.
Chi di voi ha già letto questo libro (si prega di non spoilerare il finale)?
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