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mercoledì 5 gennaio 2022

LIBRI 2021, II PARTE

Ben ritrovati e buon 2022.


Un paio di assenti giustificati... per quarantena

Ecco i libri che ho letto da luglio ad oggi, sono un po' uscita dal mio orticello (nessun autore giapponese se si esclude un oriundo!) ma non ho rinunciato ai miei Simenon e Manzini. 

💙💙 sono i miei personali indici di gradimento.


Antonio Manzini, Vecchie conoscenze 🕵️

Lo Schiavone ritrovato. Nello scrivere le mie impressioni sulla penultima puntata della serie del vicequestore avevo espresso la mia delusione, che avevo attribuito a una fase di fisiologica assuefazione da parte mia al personaggio o al fuorviante titolo, “Ah l’amore l’amore”, ironicamente enfatico rispetto al contenuto (vedi Libri da quarantena). Mi pare invece che in questa avventura (ad oggi la penultima, dato che è prevista per il 13 gennaio l’uscita di “Le ossa parlano”) Manzini maneggi con il consueto piglio le vicende di Rocco Schiavone, intrecciando con rinnovata fantasia le fila dei tradimenti e ribaltamenti in una trama che non si trascina affatto stancamente. 💙💙💙💙

Leggi "Fate il vostro gioco" Antonio Manzini



Marco Vichi, Ragazze smarrite 💃

Adoro Vichi e ho anche avuto la soddisfazione di dirglielo in faccia quando l’ho incontrato tre anni fa (vedi post su Instagram @lauragianninimoz). Mi piace l’ambientazione fra le colline toscane (che esaltano il contrasto fra la bellezza storico-paesaggistica e la violenza delle vicende trattate), il periodo storico (la Firenze post-alluvione del 1966) e il protagonista, che con la sua cerchia di personaggi più o meno colti e bizzarri, permette ampie digressioni alla trama poliziesca. Spesso questa trama è poca cosa ma personalmente apprezzo molto i gialli psicologici e non considero l’intreccio “all’americana”, con strutture lambiccate e colpi di scena finale, un ingrediente indispensabile per un noir. Qui il commissario Bordelli va in pensione ma riesce, prima che il gioco resti, a risolvere un caso particolarmente odioso. Vichi ci immerge nell’atmosfera dell’epoca, fra ville sperdute nel verde e scenari che riportano agli omicidi del Mostro. 💙💙💙


José Saramago, Il Vangelo secondo Gesù Cristo 🐟

Cosa dire di un capolavoro? Pubblicato nel 1991, tratteggia la figura di Gesù in un’ottica umana, con rarissime escursioni nel soprannaturale, offre una versione di Dio per niente bonaria e fa una critica spietata delle conseguenze nefaste della diffusione del cristianesimo. Ciononostante non è mai gratuito e in ogni parola e costrutto di frase si coglie il genio di questo scrittore, premiato nel 1998 con il Nobel per la Letteratura. Pesantuccio ma di grande valore. 💙💙💙💙💙



Samuel Ghelli, Questioni di culo 

“Guida ragionata all’uso di un vecchio tabù nel linguaggio figurato”

È possibile parlare per più di 200 pagine di deretani senza risultare volgari? Samuel Ghelli, casentinese diventato insegnante di Italian Studies presso lo York College di New York, ci riesce benissimo, creando un singolare inventario di tutti i modi di dire riguardanti questa parte del corpo, documentati a partire dalla letteratura più paludata fino ad arrivare ai testi dei rapper più recenti. Non certo per confondere il cuIo con le quarant’ore… 💙💙



Enrico Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppo

“Una maestosa storia d’amore e di “Rock parrocchiale”. Bellissima opera prima ambientata a Bologna in un bagno di postadolescenza anni Ottanta/Novanta. Trovato in un’edicola, ingiallito e con il prezzo in lire. Il vecchio Alex è un altro giovane Holden, nostrano e genuino, che sfreccia in bici fra le vie della Rossa, si esprime con un gergo che ti si attacca addosso e cerca disperatamente di sfuggire a un passato da bravo studente amato dai “profii”. La biografia nella quarta di copertina è completamente inventata. In più dedica un’intera pagina a Morrissey e alla più bella canzone degli Smiths… 

💙💙💙💙



Robert T. Kiyosaki, Padre ricco padre povero

La sfida era: può esistere un’equilibrata via di mezzo fra un’umanista disperata e uno squalo della finanza? Davvero capire qualcosa riguardo ai soldi ti condanna ad essere la versione moderna di Ebenezer Scrooge? Ma soprattutto: davvero la casa di proprietà, vero e proprio pilastro dell’economia italica, è una voce in attivo nel nostro bilancio? E ancora: vale la pena lavorare solo per pagare oggetti che non ci servono veramente? A queste e altre domande risponde, o cerca di farlo, “Padre ricco, padre povero”. Il titolo si riferisce al fatto che l’autore, oltre al proprio padre, un istruito professore (quindi povero) che gli consigliava di studiare e specializzarsi per guadagnare di più, ha avuto un secondo padre ideale (ricco), che gli ha consigliato di imparare sempre cose nuove per diventare come lui. 

Per la serie “non più giovani umaniste crescono”, e “no, non è lo sterco del diavolo”, un libro sicuramente sconcertante per chi ha le competenze finanziarie di un bradipo in letargo ma, si spera, arricchente sotto molti punti di vista. Al netto di sogni americani e dichiarate ammirazioni per spregiudicati uomini d’affari americani diventati presidenti, una lettura istruttiva. 💙💙



Georges Simenon, Il piccolo libraio di Archangelsk

La mia dose semestrale di droga simenoniana è stato questo piccolo gioiello. Un ebreo russo ormai naturalizzato francese, libraio collezionista di francobolli, sposato con un’irruente ragazza, si scontra con la rottura dell’illusione di essere parte di una piccola comunità del Berry, in un quartiere mercato dove tutti si conoscono e si chiamano per nome. Meravigliosa rappresentazione della solitudine di uno sradicato. 💙💙💙💙

Leggi"La camera azzurra" di Simenon


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