Diciamolo:
a noi caotichedentro la Kondo, di primo acchito, sta sul gozzo. Prima di
tutto per il successo planetario che ha avuto il suo libro, in rapporto anche
all'argomento pedestre.
Con la
copertina minimal/giapponese, tutto bianco, tutto in ordine...
Purtroppo
è dura ammetterlo, ma a noi caotichedentro la Kondo ci vuole e ci sta bene.
Vediamo
come e cosa recepire di questo metodo che ha sovvertito in tutto il mondo il
modo di vedere i beni di consumo che riempiono le nostre case.
La
tizia, che riordina per passione dalla più tenera età, fino a farne una vera e
propria professione, ad un certo punto si è resa conto che, anche in casa
propria, dopo qualche tempo si ricadeva nel disordine. La soluzione? Non basta
riordinare, bisogna buttare via.
Dico
subito che il titolo del libro è un ripiego, il vero titolo gliel'aveva
bruciato un altro giapponese, suo idolo, che aveva scritto "L'arte di
buttar via". Infatti il riordino della Kondo altro non è che il caro,
vecchio, sano repulisti che, tuttavia, la maggior parte di noi non riesce a
fare.
Perché?
Innanzitutto
per il vecchio concetto di "spreco". Quando vi sorprendete a dire: "Ma è un peccato buttarlo, è ancora buono, sarebbe uno spreco",
eccaallà! La Kondo obietta che il vero spreco è l'occupazione abusiva dello
spazio della vostra casa da parte di un oggetto che non ci serve, non ci piace
e prende solo polvere da anni. Non si paga forse profumatamente l'affitto di spazi?
Inoltre
ci sono mercatini dell'usato e associazioni benefiche che possono calmare le
nostre coscienze sporche di accumulatrici seriali.
Foto dal web. |
Quindi
l'unico modo per non ricadere nell'effetto boomerang (rimetto a posto e dopo
poco è come non aver fatto nulla) è possedere il giusto numero di oggetti, che
non ci soffochino negli angusti spazi che occupiamo.
Inoltre
bisognerebbe farlo tutto in una volta, ovviamente suddividendo gli oggetti per
categorie. Infatti solo riunendo tutti i vestiti (e lei intende TUTTI, anche il
vestito da sposa di vostra nonna) che avete in casa, vi renderete conto di
quanti sono e dell'assurda quantità di spazio che occupano.
Ma
perché "magico"? Questo è l'aspetto del libro che mi convince meno.
La tizia sostiene che le cose hanno un'anima e che noi possiamo coglierla dalle
vibrazioni che emette quando la tocchiamo. Quindi possiamo decidere se tenere o
buttare un oggetto anche in base alle vibrazioni che ci comunica.
Bisogna
capire che la Kondo è stata anche una sacerdotessa scintoista e che quindi si
riferisce a un tipo di cultura religiosa che a noi sfugge quasi completamente,
altrimenti non mi sarei sbellicata dal ridere quando ho letto che la sera ringrazia la borsa e i vestiti che le
sono serviti durante il giorno.
Tuttavia questo spirito animistico che pervade indubbiamente il libro è, secondo me, ciò che lo distingue dalle migliaia di manualetti di economia domestica reperibili sul mercato: la Kondo lo ha scritto per una vera passione, non riordina per soldi ma per un'autentica esigenza del suo essere.
|
Un altro
punto importante del metodo e l'ordine in cui disfarsi degli oggetti. Se
cominciamo dai ricordi, cioè oggetti con un alto valore sentimentale (che
infatti figurano all'ultimo posto delle cose da riordinare), getteremo la
spugna inevitabilmente. Infatti il metodo è un vero e proprio training che ci
insegnerà, selezionando e scegliendo cose da buttare, a farlo sempre più
facilmente e velocemente.
Si parte
dai vestiti, poi i libri, le carte, gli oggetti misti e i ricordi.
Questo metodo, secondo la sua ideatrice, servirà anche a
cambiare la nostra vita, selezionando e buttando ciò che non ci serve anche in
senso più lato. Infatti, secondo lei, ancor prima di cominciare bisogna
chiedersi a quale ideale di vita aspiriamo.
Un altro effetto collaterale dovrebbe essere quello di
indurre chi vive con noi a fare con i propri oggetti quello che stiamo facendo
noi (vietatissimo buttare oggetti non nostri).
Ma veniamo a me: vivo in un appartamento di circa 100 mq.,
non partivo certo da una situazione di accumulo compulsivo ma sentivo
l'esigenza di svuotare i mobili da oggetti che rendevano l'apertura di un'anta
un evento dall'esito incerto (cadrà giù qualcosa? Mi salverò stavolta?),
inoltre i vestiti nel mio armadio erano così schiacciati l'uno contro l'altro
che, i pochi che realmente mi servivano, ne uscivano malconci.
I miei "prima e dopo la cura" non sono per niente eclatanti, probabilmente non sono una buona allieva e la Kondo mi prenderebbe a badilate. Tuttavia per ora
ho regalato dodici sacchi di vestiti e accessori (perlopiù roba accumulata da
decenni che tenevo in armadi secondari o scatoloni) e portato ad un mercatino
dell'usato quasi cento libri e alcuni oggetti di dubbio gusto, frutto
di adorabili regali fuori lista per il matrimonio (quindi risalenti alla fine del ventesimo secolo), ricavandone, per il momento, qualche gustosissima decina di euro.
Proprio nel giorno in cui
scrivo ho violentemente scagliato nel cassonetto servizi scompagnati di posate
da supermercato in pensione dagli albori del secolo, un passaverdura rotto, una
quindicina di bicchieri della nutella
inutilizzati... Che liberazione! Sette sacchi di videocassette (sic!) con film
registrati alla TV se ne sono volati via, verso nuovi confini.
L'obiettivo migliore che secondo me ho raggiunto è stata
l'eliminazione progressiva di "depositi morti" (la funerea
definizione è mia), cioè quegli spazi in zone chiave della casa occupati da
oggetti che non usi, e quindi non ti servono ma che, se anche ti servissero,
nemmeno ti ricorderesti più di avere.
Al momento sto annaspando nel mare magnum degli oggetti
misti (che comprendono cd e dvd, prodotti per la cura del corpo, cosmetici,
accessori, oggetti di valore, dispositivi elettronici, utensili di uso
quotidiano, come cancelleria, cucito.., utensili da cucina, stoviglie e altro)
ma conto di uscirne vincitrice!
Foto dal web. No, non è casa mia durante la fase Kondo acuta. |
Cosa sposo senza riserve del metodo:
•
Il concetto di spazio come spazio vitale, da
difendere e preservare.
•
Riordinare per categorie invece che per stanze.
Funziona perché ti rendi conto che difficilmente vivrai abbastanza per usare tutte le 42.567
graffette che tieni sparse per la casa.
•
La nuova consapevolezza che le "soluzioni
per organizzare gli spazi", (organizzatori per cassetti o armadi,
mobiletti salvaspazio...) per cui avevo una vera passione, sono solo un modo
per riempire la casa di un altro oggetto inutile (ne ho eliminati già un buon
numero finora, ormai non servono più a nulla dopo aver buttato gli oggetti
superflui).
•
Il modo migliore per risparmiare spazio
nell'armadio è... ripiegare il ripiegabile (se ci fate caso, in molti negozi di
abbigliamento appendono tutto, anche per far sembrare che ci sia più merce di
quella che c'è). Se ripiegherete come dice Marie (ebbene sì, c'è un metodo
anche per questo),
vedrete il vostro armadio svuotarsi già così.
•
La sensazione liberatoria di buttare una cosa
che conservavi gelosamente da anni... senza un perché.
•
Non tutti i libri sono sacri. Non avrei mai
creduto di possedere un così alto numero di libri inutili e che non avrei mai (più) aperto. Ci si può liberare di un libro. Questa frase non l'avrei mai detta
prima di Marie.
•
Quando compro ho una nuova consapevolezza, quasi
l'oggetto non fosse più un acquisto ma una perdita in spazio. Quindi mi deve
servire davvero!
• Ho riscoperto oggetti che non ricordavo di avere e che ora hanno una nuova
vita.
Foto dal web. Non sono cambiata così tanto... |
Cosa non sono riuscita a recepire:
•
La radicalità del metodo: secondo lei dovremmo
rimanere con case semivuote e tenere solo quei tre o quattro libri che ti hanno
cambiato la vita... Buonanotte!
•
La spiritualità del metodo: anche sforzandomi, non riesco proprio a
percepire le vibrazioni dei miei jeans preferiti!
•
Il criterio di selezione per le carte e i
documenti? Buttare tutto! Mia cara, forse in Giappone non c'è un'istituzione
come la Guardia di Finanza, che mi dice di conservare tutto almeno 10 anni. http://quifinanza.it/soldi/bollette-fatture-documenti-vari-per-quanto-tempo-devono-essere-conservate/1325/
•
Da brava caoticadentro, dopo un po' ho
personalizzato il metodo (cosa che lei si raccomanda di non fare), spaziando
fra le categorie. Il fatto è che dopo un po' ti viene l'occhio assassino:
guardi cose che vedevi tutti i giorni, con la voglia di volarle nella
spazzatura, e se lo fai subito non credo ci sia niente di male.
In conclusione, il metodo, anche se niente affatto geniale
(ero arrivata anche da sola alla consapevolezza di avere troppe cose in
casa...), serve a farti capire che la maggior parte di quelle cose non sono
necessarie a vivere bene, anzi, si frappongono fra te e il tipo di vita che vorresti, quindi ti aiuta a distaccartene senza
troppi rimpianti.
Quanto tempo ci vuole? Tanto. Ci ho lavorato un paio di mesi, non proprio a cottimo, ma devo dire che
richiede molto tempo. Ne vale la pena? Sì, anche se dovessi bloccarmi ad un
certo punto, non mi vedrò davanti oggetti che credevo di amare ma di cui non
sento la minima mancanza.
In più: all'inizio del libro la Kondo profetizza un
radicale cambiamento non solo all'interno della casa di chi pratica il metodo
ma anche, e soprattutto, nella vita della persona stessa. Da brava toscana,
sempre pronta alla presapel..., devo ammettere di aver intimamente sogghignato
della cosa, con il classico "Sì, vedremo!". Ancora non posso dire se
questo è un cambiamento radicale, se è
solo una coincidenza o cos'altro, ma sta di fatto che dopo qualche settimana ho
aperto il Mozblog, cosa a cui pensavo da anni e che già di per sé mi rende
orgogliosa, anche dovessi chiuderlo domani.
Cosa ne pensate?
Avete letto il libro? Vi è venuta voglia di leggerlo o di bruciarlo? Siete
caoticidentro o cos'altro?
Lasciando un commento mi aiuterete a migliorare la qualità dei post. Grazie!
"Memorie di una Geisha" Arthur Gold
Foto dal web |
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Mi incuriosisce molto questo libro. Certo, la mentalità e le abitudini di vita non sono paragonabili a quelle occidentali. Certi eccessi non sono facili da capire, nè tanto meno da assimilare. Sono caotica inside , ma i miei armadi devono essere ordinati....non so perchè ma i cassetti un po'meno....
RispondiEliminaIo butto via molto...tengo le cose che non metto, solo se sono legate ad un sentimento molto forte.
Nemmeno io riesco a separarmi da cose con un valore affettivo particolare ma devo dire che, pur avendo tenuto uno scatolone vintage, sono riuscita a liberarmi di molti stracci e ammennicoli senza senso. ✌🏻😅
EliminaDirei che del caos bisogna vedere il lato catartico e creativo, no?!😁
RispondiEliminaPersonalmente mi ritengo abbastanza ordinata ma almeno due volte all'anno mi ritrovo a fare pulizia generale e la sensazione di leggerezza che mi rimane dopo non ha pari. Mi piacerebbe che mia mamma leggesse questo libro e attuasse qualche tecnica ma la vedo bigia: sono anni che le ripeto di liberarsi di oggetti vari che giacciono inutilizzati in garage ma, come si dice, "non c'è peggior sordo di chi non voglia sentire". La Kondo contempla anche casi disperati come il suo?!😅 Comunque direi che c'è anche da considerare il lato positivo di qualche soldino che rientra, magari da investire in makeup o libri😁
Ho subito investito un euro in un vecchissimo Maigret direttamente al mercatino. Soddisfazioni! Sono d'accordo con te ma direi che il caos l'ho esplorato in tutte le sue possibilità 😬 e, oltre un certo limite, credo che invece confonda e distolga da quello che veramente hai da fare.
EliminaLa Kondo si occupa anche di casi disperatissimi, come gli accumulatori compulsivi, gente che ha solo un corridoietto libero intorno al divano! 😂 C'è speranza per tutti! 😘
Questo post mi ha dato la spinta per mettere pulizia nel mio armadio... non che fossi disordinata... ma ho la tendenza a tenere vestiti anche molto vecchi di tanti anni prima solo perchè "non si sa mai"... bè stavolta ho fatto pulizia e mi sono sentita libera... è stata una bella sensazione di ordine fisico e mentale... quindi GRAZIE di aver scritto questo post! E grazie a Kondo! ;)
RispondiEliminaGrazie a te, Giulia, del bel commento! A volte c'è bisogno di una piccola spinta esterna per cambiare un po' il nostro solito modo di fare, la sensazione di liberazione è impagabile! 😘
EliminaCara Moz, fermo restando che concordo perfettamente con te sia sui punti che accetti sia su quelli che ti lasciano perplessa (nemmeno io mi sentirei tanto sana di mente a chiacchierare con la mia camicetta tutte le sere), vorrei porre una domanda alla signora Kondo: ma con i vestiti dei bambini come la mettiamo? In una famiglia, come è noto, abiti, strumenti e giocattoli del primo figlio vengono utilizzati poi anche per i successivi. I bambini indossano i vestiti solo per un breve tempo, dato che crescono in fretta... questo porta al l'accumularsi di centinaia e centinaia di vestitini tutti di taglie diverse....
RispondiEliminaDovrei forse buttare tutto e ricomprare tutto daccapo? Non sarebbe più economico affitarmi un garage? 😂
Complimenti per il post scritto benissimo, chiaro,completo, ironico ed esaustivo come tuo solito.
Grazie! 😘
EliminaLa Kondo propone di buttare cose che non servono più, quindi i vestiti che un bambino metterà non sono fra queste. E poi vedremo cosa farà lei, ora che ha avuto una bambina! 🎀